Villa del Principe

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Coordinate: 44°24′57″N 8°55′04″E / 44.415833°N 8.917778°E44.415833; 8.917778

Villa del Principe - Palazzo di Andrea Doria
Palazzo del Principe (gardens).jpg
Tipo Palazzo, giardino e museo storico
Indirizzo Piazza del Principe, 4
Sito Palazzodelprincipe.it

La Villa del Principe, Palazzo di Andrea Doria a Genova (noto in precedenza come Palazzo del Principe), situata in Piazza del Principe 4, nel quartiere di San Teodoro, è uno dei principali edifici storici cittadini.

Fu edificato in località Fassolo e, quale villa-residenza strettamente privata del principe ammiraglio Andrea Doria - che pure vi ricevette sovrani e diplomatici di ogni nazione - non fu mai censito nei cinque Rolli istituiti dalla Repubblica per definire le dimore destinate ad ospitare gli illustri ospiti della città. Questo era dovuto al fatto che la sua ubicazione era esterna alle mura della città.

Dalla sua reggia, Andrea Doria - come ben ricorda Paolo Lingua nella sua Breve storia dei genovesi - poteva avere un controllo sulla città (in particolare sull'ingresso dalla zona del Faro, ovvero la collina dove sorge la lanterna) pur mantenendosi ad adeguata distanza dal Palazzo Ducale dove l'oligarchia aristocratica decideva ufficialmente le sorti della città e dei suoi abitanti.

Oggi di proprietà privata, il Palazzo di Fassolo è adibito a istituzione museale.

La sede[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio fu costruito intorno al 1530 come villa per l'ammiraglio Doria, condottiero, censore a vita e padre della patria (figura ancor maggiore rispetto a quella dei dogi che governarono La Superba).

È l'unica reggia che la Repubblica di Genova abbia mai riconosciuto come tale nella sua storia lunga otto secoli.

La villa del Principe in un'immagine ottocentesca di Alfred Noack

Alla conclusione dell'attuale percorso museale, si può ammirare il giardino all'italiana, recentemente restaurato e dotato della Fontana del Nettuno realizzata da Taddeo Carlone con il fratello Giuseppe e il giovane figlio Battista Carlone negli anni (1599-1601).

La galleria[modifica | modifica wikitesto]

Statua del Tritone

Il Palazzo conserva un esteso ciclo di affreschi e stucchi di argomento mitologico eseguiti da Perin del Vaga per Andrea Doria.

Ha scritto Vasari nell'introduzione alla biografia di Pierino Buonaccorsi, detto Perin del Vaga (1501 - 1547):

« ... Grandissimo è certo il dono della virtù, la quale non guardando a grandezza di roba, né a dominio di stati o nobiltà di sangue, il più delle volte cigne et abbraccia et sollieva da terra uno spirito povero: assai più che non un bene agiato di ricchezze. E questo lo fa il cielo" .... E chi di questo dubitasse punto, lo sgannerà al presente la vita di Perino del Vaga, eccellentissimo pittore e molto ingegnoso. Il quale nato di padre povero, e rimaso piccol fanciullo abbandonato da' suoi parenti, fu dalla virtù sola guidato e governato. La quale egli, come sua legittima madre, conobbe sempre, e quella onor del continovo. E l'osservazione dell'arte della pittura fu talmente seguita da lui con ogni studio, che fu cagione di fare nel tempo suo quegli ornamenti tanto egregii e lodati, che hanno accresciuto, come a Genova et al principe Doria. »
(Vasari G., 1568)

Ma con altre notizie il Vasari ci fa comprendere la complessità degli eventi emotivi del Perin del Vaga:

« Il padre Giovanni Buonaccorsi, ... spese tutte le facoltà sue nel soldo e nel giuoco, et in ultimo ci lasciò la vita. A costui nacque un figliolo, il cui nome fu Piero, che rimasto piccolo di due mesi per la madre morta di peste, fu con grandissima miseria allattato da una capra in una villa infino che il padre, andato a Bologna, riprese una seconda donna, alla quale erano morti di peste i figlioli ed il marito. Costei con il latte appestato fin di nutrire Piero, chiamato Pierino per vezzi, .... »
(Vasari G., 1568)

Le sale sono arredate con mobili dei Seicento e del Settecento. Gli artisti più significativi rappresentati sono Sebastiano del Piombo, Domenico Piola e il Bronzino.

Una delle sale conserva un affresco moto interessante per quanto riguarda uno dei temi più in voga nel '500: "La carità romana".

Arazzi di Alessandro[modifica | modifica wikitesto]

Dettaglio dell'arazzo del Volo di Alessandro (XV secolo)
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Arazzi di Alessandro Magno.

La Galleria Aurea espone un ciclo di arazzi del Quattrocento, di manifattura fiamminga e provenienza borgognona, gli Arazzi di Alessandro Magno, incentrati sulla tradizione letteraria medievale del cosiddetto Romanzo di Alessandro[1].

Il palazzo[modifica | modifica wikitesto]

La caduta dei Giganti, (1531-1533), Villa del Principe, Genova

Celebri artisti, come Perino del Vaga abbellirono le stanze della Villa Principe, con affreschi che raffiguravano la gloria di Andrea e della sua famiglia. Un lago artificiale (il Lagaccio) permise la creazione di un giardino, digradante verso il mare, per il riposo e la meraviglia del padrone e dei suoi ospiti. Sul mare si costruì un porto, come attracco per la flotta privata del principe.

In quella che era la sua reggia, Doria riceveva gli ambasciatori, prima che andassero a presentare le credenziali a Palazzo Ducale, dove si trovava la sede del governo ufficiale.

Pure i visitatori più importanti della città facevano tappa a Fassolo. Tra loro, il più importante di tutti, Carlo V. Il sovrano, già nel 1530, diretto a Bologna per l'incoronazione imperiale, si fermò più di un mese a Genova, formalmente ospite della Repubblica, ma in realtà di Andrea, che organizzò magnifici banchetti.

Durante questo primo soggiorno genovese, Carlo rimase a Palazzo Ducale, non essendo stato ancora ultimato il palazzo di Fassolo. Nelle visite seguenti, l'imperatore sarà sempre ospitato alla Villa del Principe, rendendo così ancor più esplicito il forte legame tra questi due personaggi fondamentali nella storia del Cinquecento.

Probabile raffigurazione dell'intero complesso alla fine dei lavori

Il palazzo di Fassolo rivoluzionò gli atteggiamenti che la classe dirigente genovese aveva nei confronti dell'arte. Prima di allora, gli aristocratici avevano eretto le loro dimore in città, in alti edifici contigui a quelli dei parenti. Andrea costruì il suo palazzo fuori, staccato da tutti. A sua imitazione, i genovesi ricchi presero il gusto del mecenatismo e, nei decenni successivi, iniziarono a sorgere le splendide dimore che ancora oggi si vedono nell'area di Via Garibaldi (già Strada Nuova e poi Via Aurea), edificate da grandi architetti, come Galeazzo Alessi.

Una parte delle grandi ricchezze affluite in città grazie ai rapporti economici con la Spagna ed il suo impero, sarà investita in arte e cultura, a testimonianza del nuovo modo d'intendere la vita che Andrea Doria aveva portato con sé. Saranno l'oro spagnolo ed i nuovi gusti culturali a connotare El siglo de los Genoveses che, a questo punto, può dirsi iniziato nel palazzo di Fassolo. Nel 1585 Taddeo Carlone nella Sala di Costantino realizza la Fontana con Nettuno, e una coppia di fontane per il giardino.

Nel parco sulla collina alle spalle del Palazzo, oltre l'area occupata attualmente dalla Stazione Principe, era situata una statua alta otto metri dedicata a Giove. Alla base del monumento giaceva la tomba del "gran Roldano", il cane prediletto di Andrea Doria. I Genovesi chiamavano comunemente la statua "il Gigante": degradata, venne demolita nel 1939.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Monica Centanni, Il lungo volo di Alessandro, in «engramma, la tradizione classica nella memoria occidentale», n. 113, gennaio-febbraio 2014

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Bibliografia su Genova.

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