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Cagliari

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Cagliari
comune
(IT) Cagliari
(SC) Casteddu
Cagliari – Stemma Cagliari – Bandiera
(dettagli)
Cagliari – Veduta
Localizzazione
Stato Italia Italia
Regione Sardegna-Stemma.svg Sardegna
Provincia Provincia di Cagliari-Stemma.png Cagliari
Amministrazione
Sindaco Massimo Zedda (SEL) dal 6-6-2016
Territorio
Coordinate 39°13′N 9°07′E / 39.216667°N 9.116667°E39.216667; 9.116667 (Cagliari)Coordinate: 39°13′N 9°07′E / 39.216667°N 9.116667°E39.216667; 9.116667 (Cagliari)
Altitudine 23 m s.l.m.
Superficie 85,01 km²
Abitanti 154 507[1] (31-05-2016)
Densità 1 817,52 ab./km²
Frazioni Pirri
Comuni confinanti Assemini, Capoterra, Elmas, Monserrato, Quartu Sant'Elena, Quartucciu, Selargius, Sestu
Altre informazioni
Cod. postale 09121-09131, 09134
Prefisso 070
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT 092009
Cod. catastale B354
Targa CA
Cl. sismica zona 4 (sismicità molto bassa)
Cl. climatica zona C, 990 GG[2]
Nome abitanti (IT) cagliaritani
(SC) casteddajus
Patrono San Saturnino
Giorno festivo 30 ottobre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cagliari
Cagliari
Sito istituzionale

Cagliari (AFI: /ˈkaʎʎari/[3] ascolta[?·info]; Casteddu in sardo, /ka'steɖːu/) è un comune italiano di 154 507[1] abitanti, capoluogo della regione autonoma della Sardegna e centro principale della propria città metropolitana, comprendente oltre al capoluogo e i comuni ad esso conurbati anche diversi centri della cintura urbana[4], per un totale di 431 302 abitanti[5].

Sede universitaria e arcivescovile e città dalla storia plurimillenaria, è il centro amministrativo storico dell'isola essendo stata, sotto la denominazione di Caralis, capoluogo della provincia di Sardinia et Corsica[6] durante il periodo romano e successivamente capitale del Regno di Sardegna, dal 1324 al 1720, e poi dal 1798 al 1814[7][8]. Il suo porto è classificato "internazionale" per via della sua importanza; svolge funzioni commerciali, industriali, turistiche e di servizio per passeggeri[9].

Indice

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Vista di alcune zone di Cagliari e parte dell'area metropolitana. Sullo sfondo, lo stagno di Molentargius, il Poetto e la catena dei "Sette fratelli"

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Cagliari si affaccia al centro del Golfo degli Angeli, nella costa meridionale della Sardegna. La città, che si sviluppa intorno al colle dello storico quartiere di Castello, è delimitata ad est dalla Sella del Diavolo e dallo stagno di Molentargius, a ovest dallo Stagno di Cagliari, a sud dal mare e a nord dal colle di San Michele e dalla pianura del Campidano.

Ha in comune con Roma, Lisbona, Praga e Istanbul il fatto di essere stata costruita su sette colli calcarei[10] che identificano altrettanti quartieri cittadini: Castello, Tuvumannu/Tuvixeddu, Monte Claro, Monte Urpinu, Colle di Bonaria, Colle di San Michele, Calamosca/Sella del Diavolo.

La città è caratterizzata infatti da zone collinari, dove sorgono i quartieri storici, e da zone pianeggianti, dove è situata la maggior parte dei quartieri sorti a partire dal XIX secolo.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Il clima della città è tipicamente mediterraneo, con inverni miti ed estati calde e siccitose. I valori estremi estivi talora superano di poco i 40 °C (a volte con tassi di umidità assai elevati), mentre quelli invernali, solo in condizioni particolari e rare, scendono leggermente sotto lo zero. Frequenti i venti, soprattutto il maestrale e lo scirocco; d'estate la brezza marina diurna da scirocco (detto s'imbattu in cagliaritano) abbassa la temperatura e rende più tollerabile la calura. Secondo la Stazione meteorologica di Cagliari Elmas la temperatura media annua si attesta sui 17,7 °C, ma all'interno della città, soprattutto le temperature minime risultano più alte di qualche grado [11], [12].

CAGLIARI ELMAS
(1981-2010)
Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Inv Pri Est Aut
T. max. mediaC) 14,4 15,0 17,1 19,5 23,8 28,2 31,4 31,7 27,9 23,7 18,8 15,5 15,0 20,1 30,4 23,5 22,3
T. min. mediaC) 5,4 5,5 7,2 9,4 13,1 16,8 19,7 20,2 17,5 14,1 9,9 6,8 5,9 9,9 18,9 13,8 12,1
T. max. assolutaC) 21,0
(2002)
22,4
(2010)
26,2
(2001)
29,0
(2006)
34,6
(2006)
39,0
(2007)
43,6
(1983)
41,4
(1999)
35,4
(2008)
31,8
(1999)
26,4
(2005)
23,4
(2009)
23,4 34,6 43,6 35,4 43,6
T. min. assolutaC) −4,8
(1981)
−3,0
(1999)
−2,2
(1998)
−0,4
(1995)
4,8
(1987)
8,8
(1986)
11,8
(1991)
12,6
(1981)
9,0
(2001)
5,0
(2007)
−2,0
(1998)
−3,4
(1996)
−4,8 −2,2 8,8 −2,0 −4,8
Giorni di calura (Tmax ≥ 30 °C) 0 0 0 0 1,0 8,6 21,2 23,3 6,0 0,2 0,0 0,0 0,0 1,0 53,1 6,2 60,3
Giorni di gelo (Tmin ≤ 0 °C) 1,8 0,9 0,4 0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,8 3,5 0,5 0,0 0,1 4,1
Precipitazioni (mm) 40,7 40,4 33,6 42,2 20,7 10,0 3,1 7,5 35,7 49,1 62,7 49,6 130,7 96,5 20,6 147,5 395,3
Giorni di pioggia 7 6 6 7 4 2 1 1 5 6 8 8 21 17 4 19 61
Eliofania assoluta (ore al giorno) 4,8 5,8 6,7 7,3 8,7 10,4 11,0 10,3 8,1 6,7 5,0 4,1 4,9 7,6 10,6 6,6 7,4

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Statua di Aristeo, il mitico fondatore di Caralis (Museo del Louvre)
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Cagliari.

La fondazione di Cagliari secondo la leggenda[modifica | modifica wikitesto]

La leggenda, narrata dallo scrittore latino Gaio Giulio Solino, vuole che Caralis sia stata fondata da Aristeo, figlio del dio Apollo e della ninfa Cirene, giunto in Sardegna dalla Beozia nel XV secolo a.C. circa. Aristeo introdusse in Sardegna la caccia e l'agricoltura, riappacificò le popolazioni indigene in lotta fra di loro e fondò appunto la città di Caralis, sulla quale in seguito regnò. Secondo alcune fonti Aristeo venne accompagnato in Sardegna da Dedalo, il quale, secondo gli antichi greci, sarebbe l'artefice delle imponenti opere dedalee (i Nuraghe) presenti sull'isola[13][14].

Preistoria e Storia antica[modifica | modifica wikitesto]

Colonna nella villa di Tigellio
Mosaico dei Navicularii et negotiantes karalitani ("armatori e commercianti di Karalis"), dal piazzale delle Corporazioni di Ostia antica

Alcune domus de janas e resti di capanne del IV - III millennio a.C. scoperte a San Bartolomeo e sul colle di Sant'Elia confermano che la zona dove sorge l'odierna città fu abitata fin dal neolitico[15]; le risorse del mare, degli stagni e del fertile territorio della pianura campidanese, garantivano il sostentamento delle popolazioni del periodo prenuragico[16]. All'età del rame risalgono i reperti della cultura di Monte Claro, diffusasi in tutta la Sardegna, che prende il nome dall'omonimo colle cagliaritano[17]. Ritrovamenti archeologici dell'età del bronzo, come ad esempio le ceramiche egee ritrovate nel nuraghe Antigori presso Sarroch, fanno ipotizzare che le popolazioni nuragiche stanziate nell'odierno cagliaritano intrattennero intensi rapporti commerciali e culturali con i Micenei[18] e sono testimonianza che i suoi porti godevano già allora di vita e di frequentazione; lo stesso mito di Aristeo sulla fondazione di Caralis potrebbe essere nato, in epoca successiva, dal lontano ricordo di questi antiche interazioni fra Sardi e Greci[19].

I Fenici, che frequentarono i porti di Cagliari e di altre zone della Sardegna sin dall'VIII secolo a.C., o in periodo comunque antecedente alla fondazione di Roma, si stanziarono all'imboccatura dello stagno di Santa Gilla. Il poeta romano Claudio Claudiano del IV secolo, descrivendo Karalis, la dice "Tyrio fundata potenti"[20] ossia fondata dalla potente Tiro (nell'odierno Libano) e i dati archeologici hanno confermato la presenza fenicia nel periodo della cosiddetta "talassocrazia" di Tiro. Passata ai Cartaginesi nel V secolo a.C., la città conobbe un rapido sviluppo, testimoniato tra l'altro dalle necropoli di Tuvixeddu, ritenuta la più vasta necropoli punica del Mediterraneo.

Divenuta il centro principale dell'isola, ormai in gran parte sotto l'influenza di Cartagine, passò ai Romani con tutta la Sardegna e la Corsica, nel 238 a.C., all'indomani della prima guerra punica[21]. Nei secoli successivi la Karalis romana mantenne il suo ruolo di metropoli sarda e nel 46 a.C. Cesare la premiò per averlo sostenuto nello scontro con Pompeo concedendole lo Stato giuridico di municipio[22]. Alla morte di Cesare i cittadini gli rimasero fedeli e si schierarono dalla parte del figlio adottivo Ottaviano contro Sesto Pompeo[23]. Dopo la vittoria di Ottaviano, in età imperiale ci fu un lungo periodo di tranquillità politica e di grande sviluppo economico. L'aspetto dell'abitato subì numerosi mutamenti durante la lunga dominazione romana[15], di cui sono notevoli resti l'anfiteatro e le ville suburbane come la cosiddetta Villa di Tigellio.

Alla metà del V secolo la città cadde sotto l'occupazione dei Vandali d'Africa, comandati dal re Genserico. Caralis rimase parte del regno dei Vandali per circa ottant'anni, divenendo per un breve lasso di tempo capitale di un regno sardo indipendente proclamato dal funzionario germanico ribelle Goda[24]. Fu riconquistata dai romani d'oriente di Giustiniano nel 534 d.C. ed entrò nel sistema amministrativo bizantino come sede del preside, funzionario imperiale a capo di tutta la Sardegna, sottoposta all'esarcato d'Africa[25]. Durante la guerra gotica, che imperversava nella penisola, contingenti di Goti occuparono per un breve periodo la città che passo poi nuovamente in mano bizantina[26]. Nel 599 d.C. la flotta longobarda di Agilulfo compì un'incursione di saccheggio nelle coste cagliaritane ma venne respinta dalle milizie locali[27].

Il castello di San Michele, parte delle fortificazioni di Santa Igia

Storia medievale[modifica | modifica wikitesto]

Con la divisione dell'isola in quattro Stati detti Giudicati, la città, da secoli in fortissima recessione demografica e ormai ridotta al borgo di Santa Igia o Santa Gilla, rimase a capo del giudicato che ne prese il nome. Intanto aveva subìto secoli di incursioni saracene, contrastate dal principio dell'XI secolo con l'aiuto delle potenze navali di Pisa e Genova. È nota la progressiva ingerenza che le due città marinare esercitarono da allora sulla Sardegna. Il Giudicato cagliaritano, fin dalle sue più antiche attestazioni, rientrò nell'orbita dei Pisani e dei Genovesi; furono i primi che finirono con l'impadronirsene. Nel 1215, di fronte alla possibilità di un'alleanza tra la nuova giudicessa Benedetta e Genova, il pisano Lamberto Visconti di Eldizio ottenne con la minaccia delle armi la cessione del colle che sarebbe stato detto di Castello: infatti, quasi a guardia della capitale giudicale, vi venne presto costruita una città fortificata interamente pisana: il Castellum Castri de Kallari (1216/1217)[28].

La Torre dell'Elefante, edificata durante la dominazione pisana
La Cattedrale e l'Ex Palazzo di Città nel quartiere di Castello

Nel 1257 il neo-sovrano filoligure Guglielmo III-Salusio VI scacciò i pisani dalla rocca di Castel di Castro, ceduta l'anno precedente al comune di Genova dal predecessore Giovanni Torchitorio V[28]. Ciò accese l'ira di Pisa e degli altri tre giudicati sardi filopisani che immediatamente attaccarono Guglielmo. Il 20 luglio 1258, dopo un anno di guerra, Santa Igia venne distrutta dalla coalizione guidata da Gherardo e Ugolino della Gherardesca, Guglielmo di Capraia, Giovanni Visconti e l'ammiraglio Ottone Gualduccio[29] e sulle sue rovine venne sparso il sale; il giudice Guglielmo riuscì a fuggire a Genova dove morì nello stesso anno[28]. Ebbe così fine il giudicato di Cagliari che venne smembrato in tre parti: la parte settentrionale venne annessa dal giudicato di Arborea, la parte orientale dal giudicato di Gallura, l'area occidentale fu assegnata alla famiglia dei Della Gherardesca, mentre il comune di Pisa mantenne il governo di Castel di Castro, considerato "la chiave del Mediterraneo"[30]. Da allora il Castellum Castri fu identificato con la stessa Cagliari, come mostra ancora l'attuale nome sardo della città, Casteddu. Nondimeno attorno ad esso si formarono i sobborghi di Stampace (toponimo che si riscontra anche a Pisa) e di Villanova; in queste appendici trovarono asilo i profughi sardi di Santa Igia[31], esclusi dal Castello[32], dipendente direttamente da Pisa, che aveva un ordinamento comunale regolato dal Breve Castelli Castri de Kallari[33]; il porto di Bagnaria, collegato a Castello dal quartiere fortificato della Marina, era invece regolato dal Breve portus kallaretani[33].

Torre costruita dagli aragonesi nella cittadella di Bonaria durante l'assedio di Castel di Castro, oggi funge da campanile

Non passarono cent'anni e un'altra dominazione sopraggiunse. Questa volta furono gli Aragonesi che, nella loro guerra di conquista della Sardegna, assediando Cagliari, edificarono una loro roccaforte su un altro colle, ancora più meridionale: quello di Bonaria. Essi tuttavia non distrussero la città nemica, come avevano fatto i Pisani con Santa Gilla; ma anzi, ottenuta la vittoria nella battaglia di Lucocisterna, lasciarono il Castello infeudato a Pisa. I toscani però non sopportavano la concorrenza del nuovo borgo aragonese di Bonaria, col suo fiorente porto: l'anno seguente ripresero le armi ma vennero nuovamente sconfitti dagli aragonesi in una battaglia navale svoltasi nel golfo degli Angeli tra il 26 e il 29 dicembre 1325 e quindi dovettero abbandonare per sempre il Castello mentre le loro abitazioni furono riassegnate a sudditi della corona d'Aragona[34]. Ai pisani (i cosiddetti pullini) fu tuttavia permesso di continuare a risiedere alla Marina e nelle altre appendici[35]. Sotto la dominazione iberica Caller (Cagliari), città reale non sottomessa e sede del viceré, venne dotata di un codice municipale modellato sulla base di quello di Barcellona[36] e divenne la capitale del nuovo regno. Il Castello, riservato ai nuovi dominatori catalano-aragonesi, venne interdetto, per ragioni di sicurezza militare, agli stranieri e poi anche ai sardi dal 1333[32][37] (divieto che perdurerà fino al XVI secolo); il quartiere del porto, la Bagnaria pisana ormai nota come La Pola, fu potenziato e ampliato[38]. Alcune famiglie di origine iberica che si insediarono a Cagliari in quell'epoca sono tuttora presenti in città; tra le varie si possono ricordare gli Aymerich, gli Amat, i Manca, i Canelles e i Sanjust.

Storia rinascimentale, seicentesca e settecentesca[modifica | modifica wikitesto]

Interno del palazzo regio di Cagliari. Fu dimora dei Viceré e per brevi periodi dei Re di Sardegna fra il 1337 e il 1847.

Conquistata la Sardegna pisana e inglobati i possedimenti dei Malaspina, il regno dovette fronteggiare prima i Doria e poi Mariano IV d'Arborea il quale a partire dal 1353 scatenò la rivolta contro gli aragonesi, cosicché il territorio regio si ridusse alle sole città di Cagliari e Alghero mentre la parte restante divenne parte del giudicato di Arborea, l'unica entità statale isolana rimasta indipendente. Questa situazione si protrasse a fasi alterne fino al 1409 quando una nuova spedizione militare aragonese, guidata da Martino I di Sicilia, sconfisse arborensi e alleati nella battaglia di Sanluri, facendo sì che a partire dal 1420, a seguito della cessione per 100.000 fiorini dei restanti territori del giudicato arborense, il territorio del regno di Sardegna, con capitale Caller, coincidesse per la prima volta con quello dell'intera isola.[39]

Veduta di Cagliari da "Civitates orbis terrarum" (1572)

Con il matrimonio di Ferdinando II d'Aragona e Isabella I di Castiglia (1469) si ebbe l'unione fra la Corona di Castiglia e la Corona d'Aragona (di cui il Regno di Sardegna faceva parte), che mantennero però istituzioni distinte.

Nel 1535 l'imperatore Carlo V lanciò una grande spedizione navale contro Tunisi; prima di partire verso l'Africa la flotta effettuò un ultimo raduno a Cagliari[40], la visita del sovrano in città è ricordata da un'epigrafe in lingua latina posta sopra il portale dell'Ex Palazzo di Città e da un pulpito oggi situato nell'atrio della chiesa di San Michele[41]. Nel corso dello stesso secolo furono potenziate le fortificazioni con la costruzione dei bastioni[42] e i diritti e benefici dei catalano-aragonesi furono estesi a tutti i cittadini[43]. All'epoca (metà del XVI secolo) la popolazione di Cagliari, una delle tante città di uno sterminato impero in continua espansione, superava di poco i 10.000 abitanti mentre Barcellona ne contava circa 30.000 e Madrid circa 20.000[44].

La vita intellettuale fu relativamente vivace e nel XVII secolo venne fondata l'Università (1607). Tuttavia pian piano la città, pur fortemente ispanizzata, cominciò a provare una certa insofferenza per la dominazione iberica: sentimento che culminò nell'assassinio del viceré Camarassa (1668). Così nel 1708, durante la Guerra di successione spagnola, i cagliaritani non opposero resistenza all'assedio anglo-olandese, che pose fine all'età spagnola[45]. A seguito del trattato di Utrecht si assistette allo smembramento dei territori europei dell'impero spagnolo e il regno di Sardegna venne assegnato prima all'Austria dal 1713, e successivamente, dopo l'effimera occupazione del cardinale Giulio Alberoni che cercava di riconquistare la Sardegna agli spagnoli (1717), Cagliari, come deciso al Trattato dell'Aia del 1720, passò con tutto il Regno sotto il dominio sabaudo, l'8 agosto 1720.[46] L'età di riforme che seguì in tutta Europa vide un relativo rilancio della città, con la riorganizzazione dell'Università, dell'ospedale, dell'Archivio di Stato e della Biblioteca universitaria e la creazione di una scuola di Chirurgia e della Stamperia reale. Anche i piemontesi non furono tuttavia ben tollerati e quando, dopo che Cagliari aveva stavolta resistito con vigore all'assedio navale dei francesi rivoluzionari (1793), i sardi videro rifiutare la loro richiesta di una maggiore autonomia e del rispetto degli antichi privilegi, la città insorse il 27-28 aprile 1794 (oggi festa come «Sa die de sa Sardigna»), e cacciò temporaneamente i piemontesi[47]; ma la rivolta, fagocitata da una sollevazione anti-feudale nel resto dell'isola, si risolse senza conseguenze.

Storia ottocentesca[modifica | modifica wikitesto]

Bastione di Saint Remy

Cagliari, rioccupata, divenne dal 1798 al 1814, oltre che capitale, centro politico-amministrativo del Regno di Sardegna e ospitò nel Palazzo reale (detto Viceregio) la corte sabauda, cacciata da Torino dai francesi, i quali avevano costituito la Repubblica Piemontese, mentre non avevano potuto conquistare la Sardegna[48]. La presenza della corte in città non impedì l'insorgere di varie congiure contro i Savoia, la più importante delle quali è chiamata congiura di Palabanda, dal nome della località in cui si trovava la villa ove venne organizzata. In questi anni si assistette ad un grande sviluppo della città: nel 1811 venne installata la prima illuminazione pubblica e si ebbe la sistemazione della rete stradale. Tuttavia si verificarono anche periodi di carestia seguiti da un'epidemia di febbre (1816). Nel 1847, così come a Sassari, un moto popolare, partito dall'università, portò il re Carlo Alberto a riconoscere la fusione dell'isola con gli stati di terraferma (Piemonte, Savoia, Liguria)[49]. Nella prima metà dell'Ottocento, l'età d'oro della cultura sarda, si registrò il declino dell'aristocrazia feudale a favore di un'aristocrazia culturale che, con l'abolizione del feudalesimo e la concessione dello Statuto Albertino (1848), divenne la classe dirigente.

Con le nuove tecniche belliche a Cagliari, privata del ruolo di piazzaforte all'indomani dell'Unità d'Italia, furono abbattute le mura e si posero le basi per la grande espansione dell'ultimo secolo. Attirati dalle tante potenzialità inespresse, si stabiliscono in questo periodo a Cagliari numerosi imprenditori (soprattutto liguri, piemontesi, svizzeri e francesi) che favoriranno la modernizzazione cittadina importando le prime forme di industrializzazione; avviene così il passaggio da una società d'Ancien Régime ad una società di tipo capitalista[50]. Gli architetti sardi (e non), tra cui Gaetano Cima e Dionigi Scano, ridisegnano il centro urbano secondo i gusti dell'epoca; si diffonde lo stile neoclassico e neogotico, sorgono i caratteristici palazzi liberty.

Storia novecentesca e contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Civico "Ottone Bacaredda" di Cagliari

Il 14 aprile 1899 viene posta la prima pietra del municipio di via Roma, alla presenza del re Umberto I, i cui lavori avranno termine nel 1907: questo evento dà un avvio quasi simbolico al nuovo secolo, con il trasferimento del potere cittadino dal vecchio quartiere di Castello alla moderna area vicina al Porto, luogo di traffici e commerci. Il palazzo rientra tra le opere realizzate dall'amministrazione di Ottone Bacaredda, sindaco di Cagliari dal 1889 al 1921 quasi ininterrottamente, riconosciuto come uno dei sindaci più illuminati della città. Il 14 maggio 1906 scoppiano a Cagliari gli scioperi contro il carovita, che causano due morti e parecchi feriti[51].

La legione dei Carabinieri, edificio del periodo fascista

Nel 1924 il Governo Mussolini varò la cosiddetta Legge del Miliardo stanziando più di un miliardo di lire per la modernizzazione della Sardegna[52], che in buona parte andrà a Cagliari. Anche in città il Fascismo arriva con la sua violenza, occupando le sedi dei partiti avversi e cacciando gli oppositori, tra cui Emilio Lussu che fu assalito nella sua casa di piazza Martiri il 31 ottobre 1926. A fine anni venti, con l'annessione dei comuni di Pirri, Selargius, Quartucciu, Monserrato e, successivamente, Elmas (1937), Cagliari raggiunse i 100.000 abitanti. È in questi anni che vengono costruite importanti opere pubbliche, molte delle quali realizzate da un giovane progettista comunale, Ubaldo Badas, le cui architetture originali contribuiscono ad abbellire la città sia negli anni trenta che nel dopoguerra, come il Parco delle Rimembranze, il Terrapieno e parte dei Giardini Pubblici. Tuttavia, grazie all'attenta amministrazione di Enrico Endrich, fascista convinto ma dotato di libero pensiero, a Cagliari non vengono realizzate opere pubbliche tali da stravolgere il tessuto cittadino originario; le opere progettate dopo la fine del suo mandato (1933), non fecero in tempo a essere costruite a causa della guerra.

Cagliari dopo i bombardamenti, 1943

Durante la seconda guerra mondiale, Cagliari subì numerosi bombardamenti (l'80% della città venne più o meno gravemente colpito, tanto che Cagliari fu dichiarata Città Martire e ricevette una medaglia d'oro al valore militare[53]) dei quali si possono ancora vedere i segni in alcune zone del centro storico. I bombardamenti cominciarono il 17 febbraio del 1943, con l'arrivo sui cieli di Cagliari di un centinaio di aerei statunitensi. Tra il 26 e il 28 febbraio 1943 si hanno i bombardamenti più pesanti, con la distruzione di molti luoghi importanti per Cagliari. In totale le vittime dei bombardamenti in città furono più di 2000[53].

Nel 1948 diventa ufficialmente capoluogo della Sardegna secondo l'articolo 2 dello Statuto della Regione autonoma della Sardegna[54]. Dal secondo dopoguerra in poi la popolazione di Cagliari crebbe ulteriormente fino a raggiungere un massimo di 220.000 abitanti circa nel 1981 per poi calare drasticamente a seguito dei referendum svoltisi fra metà anni ottanta e inizio anni novanta che sancirono l'autonomia delle varie frazioni di epoca fascista, comuni conurbati fortemente alla città storica in un'unione che costituisce il fulcro dell'area metropolitana cagliaritana.

Nel corso del XX secolo il centro urbano si è esteso fino al litorale del Poetto e alla zona di Monte Urpinu facendo sorgere i quartieri di San Benedetto, Bonaria, La Vega, Tuvumannu e San Michele.

Toponimo[modifica | modifica wikitesto]

Vista su Cagliari e l'area circostante

Il nome Karali, secondo Max Leopold Wagner ascrivibile al protosardo[20], è composto da una radice *kar e dal suffiso -ali e trova riscontri con i toponimi Carale di Austis, Carallai di Sorradile, Caraglio della Corsica, Caralis della Panfilia e dell'Isauria e Caralitis della Pisidia. La radice "kar" negli antichi linguaggi mediterranei significava "pietra/roccia" e il suffisso "al" dava valore collettivo; si sarebbe formato così Karali, che significherebbe "località rocciosa".

Cagliari era chiamata Krly dai fenicio-punici[55] mentre in latino era Caralis o al plurale Carales; quest'ultima forma plurale è attestata per la prima volta nel Bellum Africanum e secondo un'interpretazione storico-linguistica potrebbe essere connessa all'esistenza, nel primo periodo romano, di due comunità distinte: quella più antica della vecchia città punica e quella più recente rappresentata dagli immigrati romano-italici del vicus munitus Caralis (citato da Publio Terenzio Varrone), poi fusesi nel corso del II secolo a.C.[56].

Durante l'epoca Giudicale il centro della città divenne il borgo di Santa Igia (contrazione di Santa Cecilia[57]). Con l'arrivo dei Pisani (1216/1217) e la distruzione di Santa Igia (1258), Cagliari venne identificata nei documenti dell'epoca come Castellum Castri de Kallari e successivamente come Castell de Càller in catalano. L'attuale toponimo Cagliari deriva dalla pronuncia in spagnolo di Callari[20]. In lingua sarda il nome attuale Casteddu verrebbe dall'identificazione della città con il quartiere fortificato di Castello, edificato durante la dominazione pisana[20].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Gonfalone del Comune
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Cagliari.
Stemma in uso dal 1493 al 1766

La città di Cagliari ha cambiato diversi stemmi durante la sua storia. Il primo di cui si ha notizia risale al periodo pisano; il simbolo di Castel di Castro, il cui bassorilievo è osservabile sulle mura della torre dell'elefante, è costituito da uno scudo gotico su cui è rappresentato un castello a muratura isodoma, sul mare, avente tre torri merlate e due portoni[58].

Nel periodo aragonese-spagnolo lo stemma venne sostituito con uno nuovo formato da uno scudo a losanga inquartato in croce di Sant'Andrea sui cui riquadri sono rappresentati due castelli sul mare, simbolo di Cagliari medioevale, alternati dalle barre d'Aragona. Questo stemma rimase in uso fino al 1766 quando con regio diploma fu sostituito dall'attuale stemma[59].

Lo stemma attuale si presenta come uno scudo di forma ovale inquartato; nel primo e quarto campo è presente la croce dei Savoia mentre nel secondo e terzo è presente un castello a tre torri fondato su uno scoglio uscente dal mare, il tutto al naturale. Lo scudo è sostenuto da due giovani tritoni e timbrato da corona di marchese.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cagliari (Castel de Càller), già capitale del Regno di Sardegna, ottenne ufficialmente il titolo di città regia nel 1327[60].

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria Titolo di Città
— 25 agosto 1327

Per il suo sacrificio e per la fierezza con la quale affrontò il nemico durante la seconda guerra mondiale, Cagliari il 19 maggio 1950 ricevette, dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, il gonfalone della città insignito della medaglia d'oro al valor militare. Il 14 giugno 1975 la città ricevette inoltre la medaglia d'argento ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte[61].

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro al valor militare
«Capoluogo dell'isola nobile e generosa, scolta invitta d'Italia al centro del Mediterraneo, sopportò per anni, con l'indomita fierezza della sua gente, lunghe, terrificanti ed assillanti distruzioni di guerra recate dall'intensa offesa aerea. Fiera del suo destino, accolse con fierezza ogni prova dolorosa. Dilaniata, stroncata e ferita a morte non smentì mai le sue alte civiche virtù e la fama gloriosa acquistata nei secoli dal suo popolo eroico, sublime in ogni sacrificio per l'onore della Patria.»
— Sardegna, guerra 1940-1943
Medaglia d'argento ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'argento ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte
— Conferita il 14 giugno 1975 a Cagliari

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

L'Anfiteatro Romano
In primo piano: Collegiata di Sant'Anna (barocco piemontese) , in secondo piano: Chiesa di San Michele (barocco spagnolo) , sullo sfondo il campanile della Chiesa di Nostra Signora del Carmine (architettura neoromanica)
Il Santuario di Nostra Signora di Bonaria, da cui la città di Buenos Aires prende il nome
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Monumenti di Cagliari.

La lunga storia e le varie dominazioni e influenze provenienti dall'esterno hanno contribuito a donare alla città un'importante patrimonio culturale e architettonico.

Per quanto riguarda i periodi storici più antichi si segnalano la necropoli di Tuvixeddu, di età punica, e l'Anfiteatro romano, risalente al II secolo.

Cuore medioevale della città è il quartiere fortificato di Castello, che fino alla seconda guerra mondiale, fu la residenza dei nobili. Degni di nota sono anche i quartieri storici di Stampace, Marina e Villanova. Il primo era il quartiere dei borghesi e dei mercanti, il secondo era il quartiere dei pescatori e marinai, il terzo quello dei pastori e dei contadini.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiese[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di Cagliari.

Fra le numerose chiese presenti a Cagliari si possono ricordare:

Cimiteri monumentali[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzo reale (o viceregio): Edificato in epoca aragonese, fino al 1847 era la residenza dei viceré e, in alcune occasioni, dei Re del Regno di Sardegna.
  • Antico Palazzo di Città: Fu sede municipale della città di Cagliari dal periodo aragonese fino ai primi del Novecento.
  • Palazzo Boyl: Palazzo nobiliare in stile neoclassico situato nel quartiere di Castello e risalente alla metà dell'Ottocento.
  • Palazzi liberty: Serie di palazzi sorti fra Ottocento e Novecento su commissione dalle crescente borghesia imprenditoriale cagliaritana, fra gli esempi più significativi si possono citare la Palazzata di Via Roma, il Palazzo Valdés, Palazzo Balletto, Palazzo Merello, Palazzo Accardo; o fatti realizzare da esponenti della cultura cagliaritana, come la villa Atzeri, in viale Regina Elena, commissionata dall'allora preside della Facoltà di Giurisprudenza nonché professore di diritto civile presso l'Università di Cagliari.
  • Palazzo dell'Università: Di epoca sabauda, ospita il rettorato e la biblioteca universitaria.
  • Palazzo Vivanet: Palazzo in stile neogotico costruito sul finire dell'Ottocento si trova nella Via Roma fronte stazione ferroviaria.
  • Nuovo palazzo civico: Attuale sede municipale, venne ultimato nel 1907 ed è intitolato ad Ottone Bacaredda. Lo stile eclettico dell'edificio riprende modelli gotico-catalani e liberty.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Necropoli punica di Tuvixeddu

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Ambiente, verde urbano, parchi e spiagge[modifica | modifica wikitesto]

Zone umide[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stagno di Cagliari e Parco regionale Molentargius - Saline.
Vista sullo stagno di Molentargius. Sullo sfondo il Poetto, a destra la Sella del diavolo

La Laguna di Santa Gilla (3.000 ettari di superficie) a ovest e lo Stagno di Molentargius a est (17,6 km²), riconosciuti come zone umide protette da varie leggi regionali e della comunità europea, offrono asilo a notevoli colonie di fenicotteri che da anni vi nidificano, creando un ambiente simile a quello della Camargue francese. Mentre per lo specchio d'acqua del Molentargius è stato messo in atto un piano turistico e di rivalutazione ambientale, con bonifiche e apertura al pubblico di parte del parco, a Santa Gilla vi è ancora una situazione in molti punti di degrado, con parte dello stagno interrato nel 1980 per la realizzazione del Porto Canale.

Parco di Monte Claro.

Parchi[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito una lista dei più importanti parchi cittadini:

Spiagge[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Poetto, Sella del Diavolo e Calamosca.
La spiaggia Il Poetto fra Cagliari e Quartu Sant'Elena, sullo sfondo la Sella del Diavolo
Tratto di mare fra la Sella e Capo Sant'Elia

Il Poetto (in sardo Su Poettu) è la principale spiaggia di Cagliari che si estende per circa otto chilometri, dalla Sella del Diavolo sino al litorale di Quartu Sant'Elena.

Altra spiaggia frequentata è la piccola spiaggia di Calamosca situata nel tratto di mare tra la zona di Capo Sant' Elia e il Poetto.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Demografia di Cagliari.

Abitanti censiti[63]

La popolazione di Cagliari raggiunse il suo picco massimo nel 1981 con circa 220.000 abitanti. Negli anni ottanta e novanta, tre frazioni cagliaritane divennero, tramite referendum, comuni autonomi. Così, con l'autonomia di Quartucciu (11.418 ab.) nel 1983, Elmas (8.475 ab.) nel 1989 e Monserrato (20.829 ab.) nel 1991, Cagliari passò da circa 220.000 a circa 150.000 abitanti.

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2014 la popolazione straniera ammonta a 7.216 individui pari al 4,66% della popolazione totale, le prime dieci nazionalità per numero di abitanti sono[64]:

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

(SCD)

« Is ogus tuus, alluttus che su fogu,

Sa bucca tua, prus frisca de una rosa,

In su coru m’ hant fattu cussu giogu

Chi no assimbilat a nisciuna cosa,

Chi spizzulat e poburu e signori,

E chi ddi nanta, sino sbagliu, amori

(Estratto della poesia in cagliaritano A Lugori di Ottone Bacaredda) »

(IT)

« I tuoi occhi fiammeggianti,

la tua bocca più fresca di una rosa

mi hanno fatto in cuore quello scherzo

che non rassomiglia a nessun’altra delle cose che ti possano capitare,

che pizzica sia il povero che il signore

e che, se non sbaglio, si chiama amore »

La lingua autoctona di Cagliari, resa coufficiale nello Statuto comunale[65], è il sardo (sardu) e per la precisione il campidanese (campidanesu) nella variante cagliaritana (casteddaju).

Tale lingua è parlata sempre meno dalle nuove generazioni del luogo, che utilizzano in larga misura l'italiano, perlopiù espresso nel suo dialetto regionale: difatti, tramite l'istruzione obbligatoria ed i mezzi di comunicazione di massa, l'italiano è diventato predominante nei rapporti sociali, formali e informali, relegando sempre più l'altra lingua ad un ruolo sociologico subalterno; spesso i giovani ne hanno solo una competenza passiva, dovuta al rapporto con i parenti anziani che ancora lo parlano, mentre con i genitori (per scelta di questi ultimi in merito alla loro educazione) hanno sempre parlato in italiano.

La variante cagliaritana del sardo nei suoi registri alti ha tradizionalmente rappresentato il modello linguistico di referenza per tutta l'area meridionale dell'isola, variante diastratica alta utilizzata dal ceto borghese in tutto il dominio campidanese, nonché modello letterario di riferimento per scrittori e poeti.

Basilica di San Saturnino, la più antica chiesa di Cagliari

Religione[modifica | modifica wikitesto]

La maggioranza dei cagliaritani è di religione cattolica. Fra la popolazione immigrata sono poi presenti delle minoranze di ortodossi e musulmani. La città è sede dell'Arcidiocesi di Cagliari, che ha origini antichissime, seppure non documentata si ha notizia del primo vescovo sant'Avendrace già intorno al 70 d.C.; nel territorio di sua competenza si trovano 133 parrocchie[66].

Vi sono numerosi santi e beati di nascita cagliaritana o cagliaritani di adozione, testimoni della fede cristiana a Cagliari e in Sardegna: si ricordano sant'Efisio, cui è dedicata la festa più importante, san Lucifero di Cagliari, Ignazio da Laconi, Salvatore da Horta, Nicola da Gesturi, Giuseppina Nicoli, Maria Cristina di Savoia.

Il 22 settembre 2013 la città è stata meta di uno dei viaggi apostolici di papa Francesco[67]; in tale occasione si sono riversati nei luoghi degli incontri più di 400.000 fedeli[68]. Precedentemente Cagliari era stata metà delle visite pastorali di Paolo VI il 24 aprile 1970, Giovanni Paolo II nell'ottobre 1985 e di Benedetto XVI il 7 settembre 2008[69].

Altre Chiese presenti sono la chiesa evangelica, la chiesa evangelica battista, la chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni e i Testimoni di Geova.

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Cagliari e la sua area demologica presentano molte manifestazioni antropologiche peculiari, eredità dei vari popoli che hanno influenzato la storia della città.

Numerose sono le feste religiose che la città ha praticato nel corso dei secoli. Molte si svolgono ancora oggi, mentre di altre se ne è mantenuto solo il ricordo nella memoria orale o nella tradizione letteraria.

Costumi tradizionali di Cagliari alla processione di Sant'Efisio
  • Nel periodo di Carnevale si svolgono delle sfilate di maschere accompagnate dal ritmo della ratantira, con carri artigianali e costumi che riprendono in chiave carnevalesca quelli cagliaritani, in particolar modo quello della Panetiera. Nel corso del Novecento la tradizione del Carnevale è stata portata avanti dalla GIOC, associazione della Gioventú Italiana Operaia Cattolica, con sede fino al 2007 nella chiesa di Santa Restituta in Stampace. Da quando l'associazione non ha più una propria sede, poiché revocata da parte dell'allora Arcivescovo, si è dovuta sospendere momentaneamente la manifestazione tradizionale, lasciando il posto a una più commerciale riservata ai bambini.
  • Nel periodo pasquale le varie arciconfraternite organizzano i riti della Settimana Santa e della Pasqua.
  • Il giorno di pasquetta si svolge inoltre una processione dedicata a Sant'Efisio, per sciogliere il voto per la grazia concessa nel 1793 quando per sua intercessione le navi francesi che bombardavano Cagliari vennero portate via dal vento in tempesta[70]. Come le altre feste dedicate al Santo Guerriero, viene organizzata dall'Arcinconfraternità del Gonfalone.
  • Il 1º maggio si celebra un evento religioso e culturale di grande importanza in Sardegna: la festa di sant'Efisio martire, una processione annuale che si svolge per sciogliere il voto fatto al santo dalla città durante l'epidemia di peste del 1652[71]. Per l'occasione, nel capoluogo si concentrano decine di gruppi in costume tipico provenienti da tutta l'isola, centinaia di cavalieri e numerosi carri addobbati (chiamati traccas) trainati dai buoi. Tutti insieme partecipano alla grande sfilata nel centro di Cagliari che ha fine con l'arrivo in Via Roma del cocchio con la statua del santo la quale viene poi trasportata fino a Nora presso la chiesa a lui dedicata. Il 4 maggio il simulacro del santo fa il suo rientro a tarda notte nella sua chiesa cagliaritana.
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Festa di sant'Efisio.
  • Sempre a maggio si svolgono i festeggiamenti per sant'Ignazio da Laconi e per san Francesco da Paola, in quest'ultimo caso si può seguire una suggestiva processione a mare.
  • Nel mese di luglio è la volta della festa con la caratteristica processione a mare, di Nostra Signora di Bonaria, per l'occasione decine di imbarcazioni imbandierate accompagnano il simulacro della Vergine nelle acque del porto.
  • Il 15 agosto si festeggia l'assunzione di Maria. Mentre nella tradizione italiana la Madre di Dio viene raffigurata come una creatura "viva", a Cagliari, e in Sardegna generalmente, viene raffigurata come addormentata. La Dormitio della Vergine è una tradizione bizantina (per la parte spirituale) e catalana (soprattutto per la parte della vestizione). In tale data avviene una processione in cui il simulacro della Madonna è adagiato come addormentato su un letto, coperta da un velo.
  • Il Patrono della città è san Saturnino, che si festeggia il 30 ottobre[72].

Istituzioni, enti e associazioni[modifica | modifica wikitesto]

Sanità[modifica | modifica wikitesto]

Le strutture ospedaliere della città di Cagliari sono[73]:

Qualità della vita[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2015 la allora provincia di Cagliari si è piazzata al 39º posto nell'annuale classifica stilata da Il Sole 24 ORE sulla vivibilità delle 107 province italiane[74], classificandosi 80ª per "tenore di vita", 71ª per "affari e lavoro", 47ª per "servizi ambiente e salute", 36ª per "popolazione", 8ª per "ordine pubblico" e 38ª per "tempo libero".

Secondo un sondaggio effettuato da IPR Marketing nel 2009, Cagliari risulta essere la "città più felice d'Italia" piazzandosi al 1º posto[75].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio comunale hanno sede[76] 26 scuole secondarie di secondo grado, di cui 20 pubbliche e 6 private, 11 istituti secondari di primo grado pubblici e 3 privati e 13 scuole primarie e 10 private. Tra i vari istituti sono rilevanti dal punto di vista storico il liceo ginnasio statale Siotto Pintor, già liceo degli Scolopi, che è una delle scuole in attività più antiche d'Italia, risalendo al XVII secolo, ed il liceo-ginnasio Giovanni Dettori, nel quale vi studiarono varie personalità di rilievo sarde, tra cui Antonio Gramsci[77].

Università[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Università degli Studi di Cagliari.

L'Università degli Studi di Cagliari iniziò la sua attività nel 1626 ed è il principale ateneo di Cagliari nonché il più frequentato della Sardegna. A Cagliari è presente dal 1970 anche la Pontificia facoltà teologica della Sardegna.

Musei e gallerie[modifica | modifica wikitesto]

Polo museale di Cagliari "Cittadella dei musei".
Galleria comunale d'arte.

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

Le biblioteche presenti all'interno del territorio comunale sono[78]:

  • Biblioteca Regionale
  • Biblioteca comunale di Pirri
  • Biblioteca generale e di studi sardi
  • Biblioteca della galleria comunale d'arte
  • Biblioteca dell'Associazione Culturale Italia-Inghilterra
  • Biblioteca dell'Associazione culturale italo-tedesca
  • Biblioteca comunale di quartiere "Don Milani"
  • Biblioteca comunale di quartiere "G.B. Tuveri"
  • Biblioteca comunale di quartiere "Regina Elena"
  • Biblioteca comunale di quartiere "Vittorino Da Feltre"
  • Biblioteca e Centro Studi - Documentazione San Mauro
  • Biblioteca del Centro Regionale di Programmazione
  • Biblioteca del Conservatorio di musica "Giovanni Pierluigi da Palestrina"
  • Biblioteca del Consiglio regionale
  • Biblioteca dell'Archivio di Stato
  • Biblioteca dell'Assessorato politiche sociali della Provincia di Cagliari
  • Biblioteca della Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura
  • Biblioteca della Casa Circondariale
  • Biblioteca della Soprintendenza BAPPSAD per le Province di Cagliari e Oristano
  • Biblioteca dell'Associazione Arcoes di Arteterapia
  • Biblioteca dell'Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell'Autonomia
  • Biblioteca dell'Osservatorio Astronomico di Cagliari
  • Biblioteca dell'Unione Italiana Ciechi Regina Margherita
  • Biblioteca dello Studio di Musicoterapia Stefania Battarino
  • Biblioteca San Tommaso D'Aquino
  • Biblioteca militare di Presidio
  • Biblioteca Fondazione Istituto Storico Giuseppe Siotto
  • Biblioteca Servizi Interculturali Fairuz
  • Biblioteca di Studi Cinematografici
  • Biblioteca provinciale di Cagliari
  • Biblioteca universitaria
  • Mediateca del Mediterraneo

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Film girati e/o ambientati nel capoluogo:

Media e telecomunicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Giornali cartacei
Giornali su Internet
  • sardegnalive.net
  • cagliarioggi.it
  • cagliaripad.it
  • castedduonline.it
  • sardegnaoggi.it
  • unionesarda.com
  • sardiniapost.it
  • sardegnasport.com
TV
Radio
  • Radio Golfo degli Angeli
  • Radio Kalaritana
  • Radio Mambo
  • Radio Press
  • Radio Sintony
  • Radiolina
  • Radio X

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Ritratto di Giovanni Matteo De Candia

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Cagliari ha dato i natali a importanti musicisti tra cui Ennio Porrino, compositore e Giuseppe Anedda, mandolinista, nonché a diversi cantanti come i tenori Giovanni Matteo De Candia e Piero Schiavazzi, il baritono Angelo Romero, i soprani Carmen Melis e Giusy Devinu e il contralto Bernadette Manca di Nissa.

Per quanto riguarda la musica contemporanea godono di una certa fama cantanti come Pago e più recentemente Marco Carta.

A Cagliari è attivo dal 1939 il conservatorio Pierluigi da Palestrina erede dell'Istituto Musicale Mario De Candia, che negli ultimi anni ha istituito una convenzione con il Liceo Artistico Foiso Fois aprendo il Liceo Musicale di Cagliari[79].

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

La cucina cagliaritana è legata alla cucina tipica dell'isola, in particolare alla cucina campidanese, ma presenta anche influenze catalane e liguri[80]. Fra i piatti più tradizionali si possono citare quelli a base di pesce come la fregula cun cocciula (fregola con le vongole), cocciula e cozzas a schiscionera (vongole e cozze cucinate in tegame), sa burrida a sa casteddaia (piatto a base di gattuccio marino, aceto e noci), sa cassola (zuppa di pesci, crostacei e molluschi), le orziadas (anemoni di mare insemolati e fritti) e l'aligusta a sa casteddaia (aragosta condita alla cagliaritana). I primi piatti più famosi sono i malloreddus a sa campidanesa, spaghetti con vongole e bottarga, spaghittus cun arrizzonis (spaghetti ai ricci di mare serviti anche in diverse varianti, coi carciofi o con asparagi selvatici), su mazzamurru (pane casereccio raffermo cotto nel sugo o nel brodo, condito col pecorino grattugiato) e le panadas (piatto originario di Assemini, consiste in una sorta di torta salata ripiena di carne o anguille, la cui pasta viene preparata impastando semola, strutto e olio d'oliva); i secondi piatti sono composti essenzialmente da arrosti di carne. I dolci più conosciuti sono le pardulas, sebadas, candelaus, pabassinas diffusi in tutta l'isola, mentre fra i vini prodotti nel cagliaritano si segnalano il Nuragus, il Nasco, il Girò, il Malvasia, il Moscato e il Monica[80][81].

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel mese di aprile ha inizio la stagione lirica e del balletto, organizzata dal Teatro Lirico di Cagliari, generalmente le ultime rappresentazioni si svolgono a dicembre.
  • I primi di maggio si svolge la Fiera campionaria della Sardegna, tappa obbligata per tutti coloro che desiderano curiosare nell'assortito panorama sardo ed estero[82].
  • Nei mesi estivi hanno luogo molti concerti e spettacoli presso la Fiera campionaria della Sardegna, che vedono protagonisti artisti italiani e internazionali.
  • Nei mesi di luglio o settembre o si svolge nel Golfo degli Angeli la regata denominata Audi MedCup a cui partecipano le migliori imbarcazioni mondiali.
  • A ottobre ha inizio la stagione concertistica del Teatro Lirico di Cagliari che termina a maggio con il festival di sant'Efisio.
  • Nel periodo ottobre - aprile si svolge la stagione di prosa presso il Teatro Massimo.
  • Festarch è un festival internazionale di architettura, che si svolge presso la ex Manifattura Tabacchi situata in viale Regina Margherita.
  • In novembre nei locali della Fiera si svolge l'European Jazz Expò, festival dedicato al Jazz a cui partecipano anche artisti di rilievo come Paolo Fresu.
  • Ogni anno si tiene in città il meeting Terra Sarda di atletica, al quale partecipano alcuni dei più forti atleti italiani ed internazionali.

Persone legate a Cagliari[modifica | modifica wikitesto]

Arrows-folder-categorize.svg Le singole voci sono elencate nella Categoria:Persone legate a Cagliari

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Urbanistica[modifica | modifica wikitesto]

Pianta di Cagliari del 1858

La città si è sviluppata in diversi periodi: si possono chiaramente distinguere il centro storico di origine medievale e i nuovi quartieri, frutto del fenomeno dell'urbanizzazione, sorti tra XIX e XX secolo.

Il centro storico ha assunto la sua fisonomia, che ancora oggi in gran parte conserva, nella seconda metà del XIII secolo quando ad est e ovest del Castello e della Marina si aggiunsero le due appendici di Villanova e Stampace. La pianta della Cagliari pisana (e poi aragonese e spagnola) aveva la forma di un'aquila[38], similmente ad altre città medievali italiane come ad esempio Cividale del Friuli[83].

(SPA)

« [...] Soy Aguila Real pues la Cabeza es el Castillo y cola la Marina, la una ala Villanueva se confiesa y l'otra es Estampache mi vecina

Estratto da Hymno a Càller di Juan Francisco Carmona, 1631 »

(IT)

« [...] Son Aquila Reale, la mia testa è il Castello e coda è la Marina, un'ala Villanova si dichiara e l'altra è Stampace, a me vicina »

A partire dal XIX secolo, con il depennamento di Cagliari dalla lista delle piazzeforti del Regno d'Italia (1866) e il conseguente abbatimento delle mura, la città si è espansa verso est, ovest e nord.

Suddivisioni storiche[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Quartieri di Cagliari.

Oggi Cagliari conta 31 quartieri[64].

Quartiere Marina
Quartiere Villanova e dintorni
Fonsarda, uno dei quartieri di Cagliari in piena espansione
Cagliari vista da Viale Buoncammino
Palazzo ENEL, progettato per la Società Elettrica Sarda nel 1958 dall'ing. Gigi Ghò

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Una classifica stilata da Il Sole 24 ORE in base al reddito medio dei capoluoghi di provincia italiani colloca Cagliari, con un reddito medio di 27.535 euro, in 13ª posizione (su 117)[84].

Secondo un'indagine del 2008 di "Cittalia-Fondazione Anci Ricerche" Cagliari sarebbe la quarta città metropolitana italiana per Pil pro-capite dopo Milano, Roma e Bologna[85]. Le restanti città metropolitane sono Firenze, Bari, Genova, Napoli, Palermo, Torino e Venezia (negli ultimi anni si sono aggiunte le città di Messina, Catania, Reggio Calabria e Trieste).

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

A Cagliari, grazie alla vicinanza del mare e agli stagni, il settore della pesca è abbastanza sviluppato. La città inoltre possiede uno dei più grandi mercati ittici d'Italia, il mercato di San Benedetto, con una vasta scelta sia per commercianti che per privati.

Industria[modifica | modifica wikitesto]

La zona industriale di Macchiareddu-Grogastu fra Cagliari e Capoterra (coadiuvata dal porto industriale di Giorgino) è una delle più importanti nell'isola, sono inoltre presenti a Cagliari vari stabilimenti di multinazionali quali: Heineken, Bridgestone, Eni.

Servizi[modifica | modifica wikitesto]

Per quanto riguarda il settore bancario a Cagliari ha sede il Banco di Sardegna e fino al 2014, anche la Banca di Credito Sardo. Importante anche il settore delle telecomunicazioni, Tiscali Italia ha il suo quartier generale in località "Sa Illetta" periferia ovest della città. Inoltre, ha una delle sedi italiane a Cagliari l'azienda statunitense Amazon.

Il distretto espositivo della fiera di Cagliari, fondata nel 1948, è il più importante dell'isola.

Il Parco della Musica; sullo sfondo il T-Hotel

Turismo[modifica | modifica wikitesto]

Negli ultimi anni sta prendendo piede in città il settore turistico grazie alla costante crescita del numero dei visitatori che scelgono Cagliari per le loro vacanze.

Navigator of the Seas nel porto di Cagliari

Nella sola città di Cagliari nel 2013 si contavano 223.551 presenze (+35.722 rispetto al 2012) e 454.466 arrivi (+72.473 rispetto al 2012), con una prevalenza di turisti italiani sugli stranieri[86].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Da Cagliari partono alcune importanti strade statali e provinciali:

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Stazione ferroviaria di Cagliari

Il principale scalo ferroviario di Cagliari è stazione delle Ferrovie dello Stato, con treni che collegano Cagliari a Iglesias e Carbonia, ad Olbia e Golfo Aranci e a Sassari e Porto Torres attraverso lo snodo di Ozieri-Chilivani. Sempre sul tracciato delle Ferrovie dello Stato si trovano due scali minori: lo scalo merci di via San Paolo e la fermata di Cagliari Santa Gilla. In passato erano attive in città varie stazioni e fermate delle ferrovie a scartamento ridotto sarde (il cui tracciato cagliaritano è utilizzato come tranvia dal 2008). La principale di queste fu la stazione di viale Bonaria, a servizio delle Ferrovie Complementari della Sardegna.

Dalla stazione del vicino comune di Monserrato ha inizio la linea ferroviaria a scartamento ridotto per Arbatax e Sorgono dell'ARST; il servizio regolare di trasporto pubblico locale è limitato alla tratta sino a Isili, mentre la restanti tratte sono percorse dai treni turistici più conosciuti come Trenino Verde.

Fino al 1973 nelle adiacenze della stazione ferroviaria era presente il capolinea delle tranvie extraurbane per Quartu Sant'Elena e per le spiagge del Poetto.

Porti[modifica | modifica wikitesto]

Cagliari è servita dal Porto passeggeri, commerciale e terminal crociere di via Roma. Da Cagliari vi sono servizi di linea con navi passeggeri per Civitavecchia, Napoli e Palermo e merci con Genova e Livorno. A Cagliari ha sede anche un Porto Canale, dedicato al traffico containers. Una zona del porto di via Roma è riservata alle imbarcazioni turistiche. Nella città si trovano altri due porti turistici: Su Siccu (Lega Navale) e Marina Piccola.

Aeroporti[modifica | modifica wikitesto]

Aeroporto di Cagliari-Elmas

La città è servita dall'aeroporto internazionale Mario Mameli di Cagliari-Elmas, che si trova a pochi chilometri dal centro di Cagliari, in territorio di Elmas. Lo stesso, raggiungibile in auto tramite la SS 130, risulta collegato con tutti i treni regionali in partenza e in arrivo a Cagliari.

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

La rete tranviaria, gestita dall'ARST, collega l'ex stazione ferroviaria di piazza Repubblica con la Cittadella universitaria e il Policlinico passando per la fermata di Monserrato Gottardo, da dove è possibile raggiungere vari centri dell'interno[87] coi treni a scartamento ridotto o, nel caso di Settimo San Pietro, anche via tram. Fino al 1973 era attiva in città una precedente ed estesa rete tranviaria che arrivò a comprendere 4 linee urbane e 2 linee extraurbane.

Il trasporto pubblico urbano e suburbano è svolto tramite i servizi gestiti dal CTM, che integrano la rete filoviaria, mentre il trasporto regionale è svolto con autoservizi di linea ARST.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Cagliari.

Sindaci eletti direttamente dai cittadini (dal 1994)[modifica | modifica wikitesto]

Partiti:

      AN       FI/PdL       SEL

Coalizioni:

      Giunte di centro-destra       Giunte di centro-sinistra

# Nome Immagine Insediamento Dimissioni Partito Coalizione
1 Mariano Delogu Mariano delogu.jpg 26 giugno 1994 24 maggio 1998 Alleanza Nazionale Polo del Buon Governo(FIAN)
24 maggio 1998 21 marzo 2001 Polo per le Libertà(FIANCCDCDL)
Giovanni Balsamo Cagliari-Stemma.png 21 marzo 2001 4 giugno 2001 Commissario prefettizio Giunta commissariata
2 Emilio Floris Emilio Floris.JPG 4 giugno 2001 11 giugno 2006 Forza ItaliaIl Popolo della Libertà Casa delle Libertà(FIANCCDCDURSUDR)
11 giugno 2006 28 maggio 2011 Casa delle Libertà(FIRSUDCANUDSCiviche)
3 Massimo Zedda Massimo Zedda 2013.JPG 28 maggio 2011 6 giugno 2016 Sinistra Ecologia Libertà PDIdVSELFdSCiviche
6 giugno 2016 in carica PDSELPSd'AzCD

SCPCd'IPRCCiviche

Consolati[modifica | modifica wikitesto]

A Cagliari sono presenti i seguenti consolati[88]:

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Cagliari è gemellata con[senza fonte]:

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Atletica[modifica | modifica wikitesto]

Pallanuoto[modifica | modifica wikitesto]

Baseball[modifica | modifica wikitesto]

Pallacanestro[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

Calcio a 5[modifica | modifica wikitesto]

Canoa polo[modifica | modifica wikitesto]

Canottaggio[modifica | modifica wikitesto]

Ciclismo[modifica | modifica wikitesto]

Per tre volte Cagliari è stata sede di arrivo di una tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1961, l'ultima nel 2007.

Ginnastica artistica[modifica | modifica wikitesto]

Hockey su prato[modifica | modifica wikitesto]

Lotta[modifica | modifica wikitesto]

Pallavolo[modifica | modifica wikitesto]

Tennis[modifica | modifica wikitesto]

Il tennis club di Cagliari ha ospitato la finale di Fed Cup 2013 fra l'Italia e la Russia il 2 e 3 novembre.

Tennistavolo[modifica | modifica wikitesto]

Rugby[modifica | modifica wikitesto]

Football americano[modifica | modifica wikitesto]

Softball[modifica | modifica wikitesto]

Judo[modifica | modifica wikitesto]

Barca a vela[modifica | modifica wikitesto]

Scherma[modifica | modifica wikitesto]

Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

Un giovane Gigi Riva in una delle sue prime stagioni a Cagliari

Personalità sportive legate a Cagliari[modifica | modifica wikitesto]

Arrows-folder-categorize.svg Le singole voci sono elencate nella Categoria:Personalità sportive legate a Cagliari

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Statistiche demografiche ISTAT, demo.istat.it. URL consultato il 04 ottobre 2016.
  2. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012.
  3. ^ Luciano Canepari, Cagliari, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
  4. ^ Cagliari, Sestu, Quartu Sant'Elena, Quartucciu, Selargius, Monserrato, Elmas, Capoterra, Assemini, Sinnai, Settimo San Pietro, Decimomannu, Maracalagonis, Pula, Sarroch, Villa San Pietro e Uta
  5. ^ Dati ISTAT relativi a fine periodo di giugno 2015
  6. ^ Manlio Brigaglia, p.106
  7. ^ Lo storico Francesco Cesare Casula afferma invece che nei documenti storici e geografici pre-unitari (cioè fino al 1861) viene sempre indicata come capitale del regno di Sardegna (anche nel periodo sabaudo) la città di Cagliari: Francesco Cesare Casula, p.396-397. Tuttavia, la maggioranza degli storici e, in generale, della storiografia afferma che la capitale del Regno di Sardegna dal 1720 al 1861 è Torino, come è facile constatare sulla base della gran mole di documenti originali conservati presso l'Archivio di Stato di Torino.
  8. ^ Vittorio Angius e Goffredo Casalis - Dizionario Angius/Casalis (1833-1856) , La Sardegna paese per paese - Cagliari
  9. ^ Autorità portuale di Cagliari, porto.cagliari.it. URL consultato il 18/05/2010.
  10. ^ Comune Cagliari News, Breve storia di Cagliari
  11. ^ http://www.cagliarimeteo.it/weatherlink/Report/NOAAPRYR.TXT
  12. ^ Dati meteo in diretta dalla stazione di Cagliari Viale Trento
  13. ^ Plico. Periodico di archeologia, arte e attualità culturale - "L'isola delle fate" di Simonetta Castia (PDF), mediando.net. URL consultato il 18-05-2010.
  14. ^ Giovanni Ugas - "L'alba dei Nuraghi" pg. 24-25
  15. ^ a b Tuvixeddu, Storia
  16. ^ Anna Maria Colavitti, p.7
  17. ^ Giovanni Lilliu, La civiltà dei Sardi dal Paleolitico all'età dei Nuraghi "Nuoro" 2003- ISBN 88-86109-73-3
  18. ^ I commerci con i Micenei, sardegnacultura.it. URL consultato il 18/05/2010.
  19. ^ Le vie del Mediterraneo-Micenei, aristeo.org. URL consultato il 30-10-2014.
  20. ^ a b c d Il nome di Cagliari, pittau.it. URL consultato il 18/05/2010.
  21. ^ Francesco Cesare Casula, p.101
  22. ^ Manlio Brigaglia, p.85-86
  23. ^ Anna Maria Colavitti, p.12
  24. ^ Francesco Cesare Casula, p.133
  25. ^ Francesco Cesare Casula, p.137
  26. ^ Francesco Cesare Casula, p.141
  27. ^ Francesco Cesare Casula, p.148
  28. ^ a b c Francesco Cesare Casula, p.209-210
  29. ^ Georg Caro, Genova e la supremazia sul Mediterraneo (1257-1311), 1975 p.35
  30. ^ Francesco Cesare Casula, p.210-212
  31. ^ Francesco Cesare Casula, p.296
  32. ^ a b Jordi Carbonell i de Ballester, La grida in catalano del veghiere di Cagliari del 1337 - 2008
  33. ^ a b Francesco Cesare Casula, p.297
  34. ^ Manlio Brigaglia, p.158
  35. ^ Massimo Guidetti, Storia dei sardi e della Sardegna, Volume 3 p.128
  36. ^ Manlio Brigaglia, p.160
  37. ^ Gli abitanti delle appendici, di giorno, svolgevano in Castello i lavori più disparati, anche e soprattutto quelli più umili, ma al tramonto dovevano abbandonarlo. Al segnale che veniva dato col suono del corno avevano l'obbligo di uscire immediatamente dalle sue porte principali. Chi non si apprestava subito alle uscite e veniva trovato ancora all'interno della rocca veniva catturato e buttato fuori dalle alte mura, giù negli strapiombi. Risale a quel periodo il detto ancora in uso a Cagliari "Ci d'anti bogau a son'e corru" ("L'hanno cacciato via al suono del corno", cioè veramente in malo modo)
  38. ^ a b Il tessuto edilizio e urbanistico medievale”, in G.G. Ortu, Cagliari tra passato e futuro
  39. ^ Francesco Cesare Casula, p.428-434
  40. ^ Francesco Cesare Casula, p.445
  41. ^ Vittorio Sgarbi, L'Italia delle meraviglie
  42. ^ SardegnaCultura, Cagliari, Mura e bastioni
  43. ^ Enrico Fanni, Stranieri nella Cagliari del XVI e XVII secolo
  44. ^ Teofilo F Ruiz, Spanish Society, 1400-1600 p.54-55
  45. ^ Francesco Cesare Casula, p.458
  46. ^ Manlio Brigaglia, p.186
  47. ^ Francesco Cesare Casula, p.468
  48. ^ Francesco Cesare Casula, p.472-475
  49. ^ Francesco Cesare Casula, p.482
  50. ^ Paolo Fadda - Imprenditori forestieri nella Cagliari sabauda - Il passaggio da una società delle rendite ad un'economia degli affari e dei profitti
  51. ^ Francesco Cesare Casula, p.500
  52. ^ Francesco Cesare Casula, p.503
  53. ^ a b Comune Cagliari News, Bombe su Cagliari: cronologia di una strage
  54. ^ L'articolo su wikisource
  55. ^ Manlio Brigaglia, p.105
  56. ^ AA.VV., Repertorio plurilingue e variazione linguistica a Cagliari p.59
  57. ^ Francesco Cesare Casula, p.190
  58. ^ Pinacoteca Nazionale di Cagliari: Stemma pisano di Cagliari, pinacoteca.cagliari.beniculturali.it. URL consultato il 18/05/2010.
  59. ^ Pinacoteca Nazionale di Cagliari: Lastra con stemma spagnolo di Cagliari, pinacoteca.cagliari.beniculturali.it. URL consultato il 18/05/2010.
  60. ^ Francesco Cesare Casula, p.419
  61. ^ Sito web Presidenza della Repubblica, quirinale.it. URL consultato il 18/05/2010.
  62. ^ Il Cimitero di Bonaria tra i più importanti d'Europa
  63. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  64. ^ a b Atlante demografico Cagliari 2014 (PDF), comune.cagliari.it. URL consultato il 20 marzo 2015.
  65. ^ Cagliari, il sardo diventa lingua ufficiale: il Consiglio dice sì al nuovo Statuto - Sardiniapost
  66. ^ Chiesa di Cagliari, Diocesi
  67. ^ . Bollettino della sala stampa della Santa Sede B0564 VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE FRANCESCO A CAGLIARI, press.vatican.va. URL consultato il 1 ottobre 2013.
  68. ^ L'Arborense, Il Papa a Cagliari, l'abbraccio della Sardegna
  69. ^ Il Giornale.it - LA VISITA DI OGGI:Francesco a Cagliari È il terzo Papa che va in Sardegna
  70. ^ turismo.provincia.cagliari.it, PROCESSIONE DI SANT'EFISIO A PASQUETTA - CAGLIARI
  71. ^ Comune di Cagliari, Festa di Sant'Efisio
  72. ^ San Saturnino: martire patrono di Cagliari
  73. ^ Sito del Comune di Cagliari - Sanità , Ospedali di Cagliari
  74. ^ Il Sole 24 ORE - Qualità della vità 2015
  75. ^ Il Sole 24 ORE - I più contenti sono i cagliaritani
  76. ^ Istruzione, Comune di Cagliari. URL consultato il 7 febbraio 2014.
  77. ^ La storia della scuola, su Dettori.info. URL consultato il 7 febbraio 2014.
  78. ^ Comune di Cagliari, Biblioteche ed Archivi
  79. ^ Storia del conservatorio di musica di Cagliari
  80. ^ a b Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna, Touring Club Italiano. URL consultato il 22/04/2015.
  81. ^ Mangiare a Cagliari, Guida Sardegna. URL consultato il 22/04/2015.
  82. ^ Sito web della fiera
  83. ^ Enrico Guidoni, L'architettura delle città medievali. Rapporto su una metodologia di ricerca (1964-74)
  84. ^ Il Sole 24 ore, Nell'Italia delle tasse Milano stacca tutti - Guarda il reddito del tuo Comune, ilsole24ore.com. URL consultato il 15/10/2013.
  85. ^ Rapporto Cittalia 2008 (PDF), cittalia.it. URL consultato il 18/05/2010.
  86. ^ Cagliari in cifre 2013 (PDF), comune.cagliari.it. URL consultato il 20 luglio 2015.
  87. ^ Avviso di aggiudicazione - Settori speciali (PDF), ARST Gestione FdS, 11-03-2010. URL consultato il 30-08-2010.
  88. ^ Stranieri - Consolati, Comune di Cagliari. URL consultato il 22 aprile 2015.
  89. ^ Sul traguardo era giunto primo Alessandro Petacchi, ma la vittoria gli fu revocata a seguito di una squalifica per doping.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Spano, Guida di Cagliari e dei suoi dintorni, 1856
  • Francesco Alziator, La città del sole, La Zattera, Cagliari, 1963
  • Francesco Alziator, I giorni della laguna, CASIC, Cagliari, 1977
  • Francesco Alziator, L'elefante sulla torre, Rotary, Cagliari, seconda edizione 1979
  • Cenza Thermes, Cagliari amore mio, Trois, Cagliari, 1980
  • Francesco Cesare Casula, La Storia di Sardegna, Sassari, Delfino, 1994
  • Manlio Brigaglia (a cura di), Storia della Sardegna, Soter, Sassari, 1995
  • Anna Maria Colavitti, Cagliari: forma e urbanistica, L'Erma di Bretschneider, Roma, 2003
  • Giampaolo Caredda, Le strade di Cagliari, Aipsa, Cagliari, 2005
  • Antonio Romagnino, Cagliari, Della Torre, Cagliari, 2007
  • Marco Cadinu, Cagliari. Forma e progetto della città storica, Cuec, Cagliari, 2009
  • Paolo Fadda, Sergio Orani, Cagliari Memories, Arkadia, Cagliari, 2010
  • Fondamentale per conoscere vari aspetti della cultura, della società, dell'economia, della storia e della politica della città è la collana dell'Almanacco di Cagliari, libro-rivista che esce ogni anno con interventi dei più valenti studiosi sardi.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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